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Eisenhower e le atrocità nascoste
(Ike and the Disappearing Atrocities)

Ed: 27/04/2014

Analisi critica di Stefen E. Ambrose

Rivista letteraria del New York Times, 24 febbraio1991

Documento sulla base del forum di cui all’indirizzo:http://www.nytimes.com/books/98/11/22/specials/ambrose-atrocities.html  -Versione originale

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Raramente la pubblicazione di una monografia storica relativa ad un tema che, di norma, interessa soltanto alcuni specialisti – il trattamento dei prigionieri di guerra – ha suscitato così tanta attenzione, o irritato così tanta gente, quanto"Morti per motivi diversi"(Morts pour Raisons diverses) di James Bacque, pubblicato nel 1989 in Canada. È stato oggetto di un articolo di prima pagina su una rivista canadese molto popolare, il Saturday Night, di un documentario della BBC, di due documentari della TV tedesca e sarà al centro di un prossimo documentario trasmesso da una rete radiofonica canadese (devo anche premettere che il libro canadese contiene una presentazione redatta da me ma che è stata estrapolata dal suo contesto e utilizzata senza il mio consenso). Si è discusso di questo libro alla televisione americana, nella rivista Time e in molti altri organi di informazione. Nella sua edizione tedesca, il libro ha avuto un enorme successo. L’edizione britannica ha suscitato delle critiche rilevanti nel supplemento letterario del Times e altrove. Le edizioni Prima della California sono intenzionate a pubblicare questo libro nel prossimo maggio e questo potrebbe accendere gli animi anche negli Stati Uniti.

All’origine di questa notorietà sta la conclusione dell’autore: il generale Dwight D. Eisenhower, in quanto capo dell’occupazione americana in Germania nel 1945 ha deliberatamente fatto morire di fame un numero enorme di prigionieri di guerra tedeschi. Jacques Bacque gli imputa "un numero di vittime che supera senza dubbio le 800.000 unità; quasi certamente 800.000 e molto probabilmente più di un milione. La loro morte è stata provocata ad arte da ufficiali dell’esercito che disponevano di provviste alimentari sufficienti per mantenerli in vita."

Secondo il Bacque il metodo di Eisenhower era semplice: aveva cambiato la denominazione dei prigionieri da "Prisoners of War (POW)" (prigionieri di guerra), che in base alla Convenzione di Ginevra dovevano essere alimentati con le stesse razioni dei G.I. americani, in "Disarmed Enemy Forces (DEF) " (Forze nemiche disarmate) ciò che gli aveva permesso di diminuire le loro razioni a un livello pericoloso di sottoalimentazione. J. Bacque afferma inoltre che ai DEF venivano rifiutate le medicine e luoghi di riparo così che questi morirono a centinaia di migliaia. Le cause di morte di costoro venivano nascoste nelle registrazioni ufficiali dell’esercito apparendo come: "morti per cause diverse" all’interno delle tabelle che mostravano i totali settimanali dei prigionieri presenti, il numero dei prigionieri liberati e così via.

Il Bacque è così scandalizzato dalla sua scoperta di questo crimine abominevole da far riportare da un agenzia di stampa la sua affermazione tratta da un intervista in base alla quale gli Americani: "dovrebbero distruggere tutte le statue di Eisenhower, tutte le sue fotografie e cancellare, il più possibile, il suo ricordo dalla storia dell’America, dovrebbero inoltre affermare: ‘Ecco un uomo che ha fatto delle cose mostruose di cui noi ci vergogniamo’" Delle domande si impongono immediatamente:

Se c’è stato un milione di morti, dove sono i corpi?

Eisenhower aveva un potere così esteso da poter ordinare un affamamento collettivo senza che di questo non si possa sapere nulla?

Le sofferenze indubitabili nei campi, soprattutto nei campi di transito lungo il Reno erano il risultato della politica di Eisenhower o, piuttosto, il risultato delle condizioni caotiche che regnarono in Europa durante la primavera e l’estate del 1945?

Il Bacque, romanziere canadese che non ha mai svolto in precedenza alcun lavoro di ricerca o di studio storico dice nella sua introduzione: "Senza alcun dubbio, molti eruditi troveranno degli errori in questo libro. Me ne assumo la responsabilità. Accetto volentieri la loro critica e le loro più ampie ricerche che potranno aiutare a ristabilire per noi la verità dopo una lunga notte di menzogne." Nel dicembre scorso, il Centro Eisenhower dell’Università di New Orleans ha invitato alcuni esperti di primo piano relativamente a questo periodo, per esaminare le accuse mosse. I partecipanti alla conferenza, me compreso, stanno progettando di pubblicare i documenti sotto forma di libro.

La nostra prima conclusione è stata che il Bacque ha fatto una scoperta storica importante. Dei prigionieri tedeschi sono stati picchiati, privati dell’acqua, obbligati a vivere in campi a cielo aperto, senza riparo, a ricevere razioni alimentari e cure sanitarie insufficienti. La loro corrispondenza veniva trattenuta. In certi casi i prigionieri confezionavano una minestra con dell’acqua e dell’erba al fine di attenuare la loro fame. Degli uomini effettivamente sono morti, inutilmente e senza motivo. Questo deve essere verificato e ciò va a onore del Bacque che ci costringe a fare tale verifica.

 

La nostra seconda conclusione è stata che allorquando gli eruditi faranno la ricerca necessaria troveranno che il lavoro del Bacque non ha alcun valore. È gravemente, perfino prodigiosamente, erroneo nei suoi aspetti più fondamentali. Il Bacque fa un cattivo uso dei documenti, li legge male, ignora le prove che attestano il contrario, la sua metodologia statistica è profondamente viziata, non tenta nemmeno di considerare i contesti comparativi, fa parlare la sua fonte principale, ignora una fonte facilmente disponibile e completamente critica che confuta in maniera categorica la sua accusa principale e in conseguenza di questo e di altri difetti giunge a delle conclusioni ed esprime delle accuse che sono, in maniera evidente, del tutto assurde.

Tuttavia, indipendentemente dalla sua valutazione delle conclusioni del Bacque, la conferenza – con il libro stesso – solleva un problema più importante: in che modo i lettori che non sono degli esperti giudicheranno un lavoro che giustifica nuove rivendicazioni, sorprendenti e veramente scandalose? Non avendo né le conoscenze, né il tempo per dedicarsi a delle indagini come sapranno se un autore ha finalmente rivelato la verità dopo una lunga notte di menzogne, oppure se costui sta semplicemente inducendo in errore un pubblico che si trova senza difese.

Quanto alle rivendicazioni del Bacque, la domanda che si pone di primo acchito è quella che si riferisce al movente di Eisenhower: perché Ike avrebbe fatto una cosa simile? Il Bacque risponde che Eisenhower detestava i tedeschi. Ora, è assolutamente vero che, nella primavera del !945, la collera di Eisenhower nei confronti dei tedeschi era enorme. Non ha mai tentato di nascondere questo sentimento. In "Crociata in Europa", pubblicato nel 1948, scriveva: "Nelle mie reazioni personali, man mano che passavano i mesi di guerra, la mia amarezza nei confronti dei tedeschi andava aumentando". Riferisce di aver firmato migliaia di lettere di condoglianze indirizzate alle mogli e alle madri dei suoi uomini caduti nei combattimenti e scrive: "Non conosco alcun altro mezzo più efficace per sviluppare un odio perpetuo nei confronti dei responsabili di questa guerra d’aggressione che quello di dover assumere l’obbligo di tentare di esprimere la mia simpatia nei confronti delle famiglie che tale guerra ha posto nel lutto." La scoperta dei campi di concentramento ha ulteriormente accresciuto tale sentimento.

Eisenhower era un sostenitore entusiasta della denazificazione ma non perché odiasse i tedeschi o perché credesse nella loro colpa collettiva. Al contrario, egli credeva che ci fossero dei tedeschi sostenitori della democrazia e che fosse dovere delle forze di occupazione trovarli e metterli in evidenza. In un discorso tenuto a Francoforte nel 1945 dichiarò: "Il successo o la sconfitta di questa occupazione sarà giudicato dal carattere dei tedeschi fra 50 anni. La prova sarà manifesta quando cominceranno a far funzionare la loro propria democrazia e, con il tempo, noi daremo ai tedeschi la possibilità di farlo". Queste parole non sembrano affatto quelle di un uomo che nello stesso tempo avrebbe ordinata la condanna a morte, per fame, di un milione di giovani tedeschi.

Il Bacque non comprende per nulla la posizione di Eisenhower e la sua attività durante l’occupazione. Lo rende responsabile di tutte le decisioni politiche, non considerando mai che egli avesse dei superiori che gli davano delle direttive politiche e degli ordini – in particolare il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, La Commissione Consultiva Europea, che agiva i nome e sotto l’autorità dei Governi inglese. Sovietico e Americano. I Capi di Stato Maggiore Aggiunti, i Capi di Stato Maggiore Alleati, vale a dire, i Capi Aggiunti Americani e i Capi di Stato Maggiore Britannici, ei Capi dei Governi Britannico e Americano. Il rendiconto a livello diplomatico della conferenza di New Orleans, fatto da Brian Villa dell’Università di Ottawa ha evidenziato che la politica dei superiori di Eisenhower era quella di far comprendere ai tedeschi la loro sconfitta e il fatto che egli ne fossero responsabili, in altri termini di trattarli "severamente". La denazificazione è stata un aspetto di questa politica. Un altro aspetto ha riguardato il fatto che i prigionieri tedeschi non fossero alimentati meglio dei civili tedeschi, o dei civili delle nazioni liberate o dei rifugiati. (D.P. Personnes Déplacées).

Nell’affermazione principale della sua accusa, J. Bacque sostiene che nell’Europa del 1945 non c’era penuria alimentare. Segnala dei depositi pieni di alimenti in Germania. Dice che la Croce Rossa aveva disponibilità di alimenti. Uno dei suoi capi d’accusa più penosi riguarderebbe un treno proveniente da Ginevra, carico di pacchi di alimenti inviati dalla Croce Rossa per nutrire i prigionieri tedeschi e obbligato a tornare indietro.

Tutto ciò è scioccante – c’erano degli alimenti disponibili, gli uomini avevano fame e gli ufficiali americani hanno ordinato al treno di ritornare a Ginevra. Ma vi era un motivo: I Governi Alleati avevano deciso che i pacchi alimentari della Croce Rossa sarebbero stati utilizzati per nutrire i Rifugiati, dei quali più di due milioni erano in Germania, e gli ordini di Eisenhower relativi a questa politica erano espliciti. Così erano i rifugiati che ricevevano questi pacchi di alimenti. Non si saprebbe descrivere quanto sia penoso dover stabilire delle priorità alimentari in un mondo di affamati, ma bisognava farlo e come si potrebbe obiettare a questa decisione?

Nella sua relazione alla conferenza sulla situazione alimentare in Germania. James Tent dell’Università di Birmingham (Alabama) afferma che senza dubbio vi sono state delle gravi ristrettezze. Ciò nonostante, come fa osservare il Tent, vi erano degli alimenti stoccati nei depositi e che non sono stati distribuiti ai prigionieri che stavano morendo di fame. Ancora una volta, questo è sconvolgente, fino quando non se ne sappia il motivo. I Governi Alleati temevano una carestia durante l’inverno 1945-46 e accumularono delle riserve di cibo. Anche con queste riserve si arrivò a malapena a passare l’inverno ed occorsero altri tre anni prima che la penuria alimentare fosse superata.

Il mito di J. Bacque è stato l’incubo di Eisenhower. Nessuna scarsità di cibo? Nel febbraio 1945 Eisenhower ha scritto al capo di stato maggiore, il generale Georg C. Marshall: "Sono molto preoccupato per la situazione alimentare…Al momento non abbiamo più riserve alimentari sul Continente per la popolazione civile".

Ed ecco ciò che ha scritto Eisenhower ai Capi di Stato Maggiore Alleati il 25 aprile 1945: "A meno che non si prendano delle misure immediate per sviluppare al massimo le risorse alimentari al fine di sovvenire al minimo dei bisogni della popolazione tedesca, un caos generalizzato, la carestia e le malattie saranno inevitabili nel corso del prossimo inverno".

Questi messaggi e molti altri simili sono stati emessi prima della capitolazione. Dopo la prima settimana di maggio, tutti i calcoli di Eisenhower per conoscere di quante persone avrebbe dovuto occuparsi di alimentare nella Germania occupata, sono divenuti crudelmente inadeguati. Aveva fatto una stima errata, per due motivi. In primo luogo il numero di soldati tedeschi che si arrendevano alle Forze Alleate superava di gran lunga le previsioni del generale (più di cinque milioni, invece dei tre milioni previsti), a causa della corsa dei soldati tedeschi che traversavano l’Elba per sfuggire ai Russi. Stessa cosa anche con i civili tedeschi, erano milioni quelli che fuggivano dall’Est verso l’Ovest, circa 13 milioni in totale dei quali Eisenhower diveniva responsabile. Eisenhower ha dovuto far fronte alla carenza di alimentazione ben prima di sapere che c’erano 17 milioni di persone in più di quelle previste, da nutrire, in Germania.

Non c’era penuria alimentare? Ecco il rapporto del Governatore Militare della Germania nel luglio 1945: "La situazione relativa all’alimentazione di tutta la Germania dell’Ovest è, forse, il problema più grave dell’occupazione. Il consumo alimentare medio nelle Zone Ovest è attualmente di un terzo al di sotto del livello di sussistenza generalmente ammesso". Il rapporto di settembre afferma: "Gli alimenti provenienti da fonti autoctone non è sufficiente per raggiungere il livello della razione autorizzata per un consumatore normale, che è di 1.550 calorie al giorno.

J. Bacque dice che i prigionieri ricevevano 1550 calorie al giorno e pretende che una simile razione significhi una costante sottoalimentazione. Apparentemente non ha mai considerato quello che ottenevano i civili in Germania e nei paesi liberati. A Parigi nel 1945, il livello calorico era di 1550 per i civili. Era soltanto un po’ più elevato in Gran Bretagna dove il razionamento continuava. Era molto più basso in Russia dove pure continuava il razionamento. Come abbiamo costatato la razione ufficiale dei civili tedeschi era di 1550 calorie, ma spesso non le raggiungeva. A Vienna durante l’estate del 1945 la razione ufficiale, qualche volta, è caduta fino a 500.

Il buon senso esiste. Chiunque si trovasse in Europa durante l’estate del 1945 si sarebbe stupito nell’udire che non c’era carenza di risorse alimentari.

Secondo il Bacque, Eisenhower personalmente e segretamente e con un’intenzione criminale ha cambiato lo status dei soldati tedeschi che si erano arresi da "prigionieri di guerra" a quello di "forze nemiche disarmate". In effetti questo cambiamento di denominazione era una questione politica. La decisione è stata presa non da Eisenhower ma dai suoi superiori, in modo particolare dalla Commissione Consultiva Europea. E non la si è nemmeno tenuta segreta. Tutti coloro che erano implicati in essa hanno agito sotto l’autorità dei governi britannico, russo e americano ed erano perfettamente espliciti sui motivi che avevano portato a questo cambiamento di status.

Ciò che si è prodotto è abbastanza semplice: Gli Alleati non avevano i mezzi per nutrire i milioni di prigionieri tedeschi sullo stesso piano in cui potevano nutrire i civili tedeschi, senza parlare dei civili dei paesi liberati dell’Europa dell’Ovest, e senza parlare anche dei rifugiati. Ma gli Stati Uniti e le nazioni alleate avevano sottoscritto la Convenzione di Ginevra, che aveva forza di trattato. Non volevano violarla e così hanno utilizzato la nuova denominazione di "forze nemiche disarmate (D.E.F)". Gli ordini dati agli ufficiali erano letterali: non alimentate i D.E.F più dei civili tedeschi.

Per quanto riguarda un’altra delle conclusioni di J. Bacque, egli giunge alla cifra sensazionale di un milione di morti attraverso un sistema di analisi che ha complicato la vita di tutti coloro che hanno cercato di verificare le sue statistiche e le sue metodologie. Effettivamente egli ha commesso un errore a causa di un errore di battuta di un impiegato. Ha visto la cifra di 70.000 prigionieri in un rapporto sanitario dell’esercito e sulla base di questo dato ha calcolato il tasso totale di mortalità per tutti i prigionieri nelle mani degli Americani nonché dei 21.000 morti menzionati nello stesso rapporto. In questo modo è arrivato alla sua conclusione principale, vale a dire un tasso di mortalità del 30% in tutti i campi, dividendo 21.000 morti per 70.000 prigionieri. Tuttavia la cifra di 70.000 avrebbe dovuto essere moltiplicata per dieci. Tutte le altre cifre del documento fanno chiaramente apparire che il numero esatto dei prigionieri era di 700.000. Ciò che darebbe un tasso di mortalità non più del 30% bensì del 3%.

In effetti come Albert Cowdrey del Servizio del Centro Storico Militare dell’Esercito ha relazionato alla conferenza, il tasso globale di mortalità dei prigionieri è stato dell’1 per cento.

La conclusione di A. Cowdrey, confermata in pieno da un altro partecipante alla conferenza, il comandante Ruedinger Overmans dell’Ufficio Storico Militare tedesco di Friburgo (che sta scrivendo l’ultimo volume della storia ufficiale della Germania durante la guerra), è che il numero totale dei morti fra i prigionieri tedeschi nelle mani degli Americani, qualunque sia la causa della loro morte, non ha potuto superare le 56.000 unità.

Infine vi è la questione della colonna di cifre dei rapporti settimanali dell’ufficiale responsabile del Teatro dell’Esercito degli Stati Uniti, colonna intitolata: "Morti per motivi diversi". È qui che il Bacque trova il "milione mancante"

Chi erano questi "morti per motivi diversi"? J. Bacque ha intervistato Philip S. Lauben, un colonnello dell’esercito a riposo che era membro della Sezione per gli Affari Tedeschi del quartiere generale di Eisenhower nel 1945. Questo colonnello Lauben gli avrebbe riferito che "morti per motivi diversi" significava: "morti ed evasioni".

"Quante evasioni?" ha chiesto J, Bacque.

" Molto, molto poche " ha risposto il colonnello Lauben. Il Bacque dice che ve n’erano meno di un decimo dell’1 per cento, senza spiegare come è giunto a questa cifra.

Neil Cameron, il regista del documentario della BBC relativo ai "morti per motivi diversi", ha riferito ai partecipanti alla conferenza di essersi fatto dare da J Bacque la registrazione dell’intervista. È sembrato evidente a N: Cameron che J. Bacque ha ottenuto dall’anziano ufficiale di mettersi d’accordo sulle parole che il Bacque stesso utilizzava e che, in seguito, le ha messe sulla sua bocca. N. Cameron ha realizzato la propria intervista filmata con il colonnello Lauben; in questa intervista il Colonnello Lauben ha affermato di essere stato indotto in errore da J. Bacque e che si era sbagliato sul significato dell’espressione: "morti per motivi diversi".

David Hawkins della CNN ha voluto realizzare un intervista con il Colonnello Lauben. Il Colonnello Lauben si è rifiutato, affermando nella sua lettera: "Non ho un carattere difficile. Ho 91 anni, sono quasi cieco e la mia memoria è così debole da non essere più affidabile. Inoltre sono costantemente sotto controllo medico. Spesso nel corso del colloquio con il Sig. Bacque gli ho ricordato che la mia memoria si era gravemente deteriorata nel corso dei quaranta e più anni che distano dal 1945. Il Sig. Bacque mi ha letto delle cifre.-.. Mi è sembrato che, detratti i trasferimenti e le liberazioni, non restasse altro per raggiungere il totale complessivo tranne i morti e gli evasi, vale a dire l’espressione: "morti per ragioni diversi". Mi sono sbagliato".

Così l’unico testimone del Bacque affermante che l’espressione "morti per motivi diversi" celavano l’espressione "morti" ha smentito due volte ciò che il Bacque sostiene che egli avrebbe detto.

Chi erano dunque questi "morti per motivi diversi?" In molti casi si trattava di persone trasferite da una zona all’altra, cosa che avveniva regolarmente per molte ragioni, nessuna delle quali di ordine criminale, e tutte registrate con precisione nelle note in calce ai rapporti settimanali.

Ma il maggior numero di "morti per motivi diversi" è rivelato nel rapporto dell’agosto 1945, del Governatore Militare (questi rapporti mensili si trovano alla Biblioteca di Eisenhower ad Abilene nel Kentucky, nell’Archivio Nazionale di Washington e altrove, e costituiscono una fonte basilare per tutti gli aspetti dell’occupazione, ivi compresi le penurie alimentari e i prigionieri. J. Bacque non li cita e non c’è alcuna prova che li abbia esaminati). Il rapporto di agosto espone la lista del numero delle forze nemiche disarmate liberate dalle forze americane e quelle trasferite agli Inglesi o ai francesi per il lavoro coatto.

Il rapporto prosegue: " Un gruppo ulteriore di 663.576, iscritti sotto la rubrica: ‘Morti per motivi diversi’ si compone soprattutto dei membri della Volkstürm (Milizia Popolare), liberati senza un atto formale di congedo.

Non occorre molta immaginazione per comprendere ciò che è avvenuto. La Milizia Popolare si componeva degli uomini più anziani (fino ad 80 anni, principalmente ex combattenti della prima Guerra Mondiale) e dei ragazzi di 16 anni e, qualche volta, anche meno. Le guardie americane e le autorità dei campi hanno detto agli uomini anziani di ritornare a casa loro e di occuparsi dei loro nipoti, ai ragazzi di ritornare a casa loro e di riprendere le scuole. Con i trasferimenti verso altre zone, che il Bacque ignora, queste persone spiegano tutto il milione che manca.

In breve, J, Bacque si sbaglia e per quanto riguarda le accuse più gravi e per la maggior parte di quelle di minore importanza. Eisenhower non era un Hitler, non organizzava campi di sterminio, i prigionieri tedeschi non morivano a centinaia di migliaia, vi è stata una grave mancanza di cibo nel 1945, non vi era nulla di criminale o di segreto relativamente alla denominazione "forze nemiche disarmate" o relativamente alla colonna "morti per motivi diversi". "Il milione che manca" era quello di vecchi e di ragazzi che formavano la Milizia.

Nondimeno il Bacque propone un’osservazione indiscutibile: alcuni G.I. americani e i loro ufficiali erano capaci di agire in un maniera quasi altrettanto brutale di quella dei nazisti. Non avevamo il monopolio della virtù. Ci ha invitato a riaprire la questione, a compiere le ricerche necessarie, a scoprire l’intera verità.per questo contributo, merita la nostra riconoscenza. Ma per quanto riguarda il modo in cui ha presentato la sua scoperta, utilizzo ancora le parole di Albert Cowdrey: "L’autorte ha sicuramente ragione di essere soddisfatto del suoi lavoro. Non ha una reputazione di storico da salvaguardare, e ‘Morti per motivi diversi’ non può che far aumentare la sua fama di romanziere." Infine, un problema più importante rimane inevaso. È stata necessaria una conferenza di esperti per contestare le accuse di J. Bacque. Individualmente degli studiosi hanno esitato a farsene carico perché ciò significava dover controllare le sue ricerche, in una parola, riscrivere il suo libro. Al posto di ciò molti di loro hanno affermato nelle loro rimostranze di non poter credere ciò che IL Bacque dice di Eisenhower ma di non poter confutarlo. J. Bacque ha tutta la bardatura dell’erudizione, questa sembra sufficientemente impressionante per imbrogliare anche degli eruditi. In queste circostanze cosa deve fare un lettore profano? Suggerisco che lui o lei facciano affidamento al buon senso. Quanto a confrontarsi alla scuola: "L’olocausto non è mai esistito" poniamo le domande più evidenti. Se le risposte non sono chiare significa che le accuse non sono provate. Nel caso di J. Bacque, due domande di questo tipo sono: "Dove sono i corpi?" e "Questo libro è compatibile con la nostra immagine del carattere di Eisenhower così come lo conosciamo sulla base di innumerevoli altre fonti?" In definitiva in casi come questo sono spesso le domande più evidenti che ci avvicinano maggiormente alla verità.

 

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